Málsgrein: differenze tra le versioni
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Il termine ''málsgrein'' è polisemico e copre un vasto spazio semantico che va da 'frase' a 'discorso' e 'stile', con diverse nuances. Da un punto di vista strutturale è un composto endocentrico con testa a destra, formato ''mál'' e ''grein''. ''Mál'' è a sua volta termine polisemico che può valere sia ‘linguaggio' (nel senso di facoltà di linguaggio), sia ‘lingua parlata’ (anche ‘colloquio’), sia ‘racconto’. In contesto grammaticale vale anche ‘discorso con un significato’, ‘costruzione di frase’, ‘frase’, ‘periodo intero’. | Il termine ''málsgrein'' è polisemico e copre un vasto spazio semantico che va da 'frase' a 'discorso' e 'stile', con diverse nuances. Da un punto di vista strutturale è un composto endocentrico con testa a destra, formato ''mál'' e ''grein''. ''Mál'' è a sua volta termine polisemico che può valere sia ‘linguaggio' (nel senso di facoltà di linguaggio), sia ‘lingua parlata’ (anche ‘colloquio’), sia ‘racconto’. In contesto grammaticale vale anche ‘discorso con un significato’, ‘costruzione di frase’, ‘frase’, ‘periodo intero’. ''Grein'' è invece un nome, il cui significato principale è 'distinzione' (cfr. il verbo ''greina'' 'distinguere'). In tale accezione è presente nel composto ''hljóðsgrein,'' 'distinzione di suono', attestato nello ''Háttatal'' di Snorri Sturluson (XIII secolo). ''Hljóðsgrein è'' attestato anche nel Terzo Trattato Grammaticale (1250 ca) di Óláfr Þórðarson ''hvítaskáld'' 'scaldo bianco' (ca 1212-1259), nipote di Snorri Sturluson (Raschellà 2007: 355). Qui vale 'varietà di suono' (Raschellà 2018: 616) e rimanda al latino ''accentus.'' Sembrerebbe far riferimento ai diversi tipi di 'accento' dell'islandese, cosa che ha spinto qualcuno a discutere della possibilità che l'islandese medioevale avesse variazioni tonali, come alcune lingue scandinave moderne (Kristján Árnason 2016). | ||
== Studi moderni su málsgrein == | == Studi moderni su ''málsgrein'' == | ||
=== Approcci filologici === | === Approcci filologici === | ||
Un'analisi filologica del termine, con un focus particolare sulle sue attestazioni nell'Edda di Snorri Sturluson (XIII sec.) è in ( | Un'analisi filologica del termine, con un focus particolare sulle sue attestazioni nell'Edda di Snorri Sturluson (XIII sec.) è in Boer (1927: 265-267) e poi in (Jónsson 1929: 253). Non mancano attestazioni nei trattati grammaticali islandesi, in particolare nel Primo e nel Secondo, nelle cui edizioni si possono trovare dei riferimenti. Per il primo e il secondo cfr. (Dahlerup e Jónsson 1886); per il Terzo e il Quarto, cfr. (Ólsen 1884). | ||
=== Approcci grammaticali === | === Approcci grammaticali === | ||
Un primo tentativo di scrivere una storia della | Un primo tentativo di scrivere una storia della produzione di argomento grammaticale in Scandinavia si deve a Ólsen (1884: I-LXX), il quale dà una descrizione della produzione di argomento grammaticale in volgare islandese di epoca medievale. Si tratta propriamente di una introduzione alla sua edizione del Terzo e del Quarto Trattato Grammaticale, ma per la sua completezza è rimasta a lungo insuperata come introduzione al tema della grammatica in Scandinavia. Diversi anni più tardi, forte del grande lavoro fatto in ambito poetico e linguistico, Jónsson (1933) propone la sua storia della grammatica islandese fino al 1800. Si tratta di un'opera di sintesi tutt'ora importante, che però riserva pochissimo spazio al termine málsgrein e in generale alla sintassi. Il tema della produzione di argomento grammaticale in lingua norrena e islandese è strettamente connesso con la diffusione in Scandinavia del cristianesimo. Uno dei portati più significativi di tale evento è stata la diffusione della conoscenza del latino e della pratica scrittoria (in latino). Ciò sollecitò in Islanda in particolare l'utilizzo del volgare islandese per scrivere, per cui nel giro di un centinaio di anni dalla conversione dell'Islanda al cristianesimo, si assiste a una vera esplosione di produzione scritte testi in lingua volgare islandese, ma con alfabeto latino. È in questo contesto che emerge la particolare ricchezza di produzione di testi di argomento grammaticale in islandese. Non sorprende dunque trovare che le più recenti descrizioni dello sviluppo della grammatica, in particolare in terra di Islanda, sono solitamente connesse allo studio della diffusione del latino (Pétursson 1996b; 1996a). | ||
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== Riferimenti bibliografici == | == Riferimenti bibliografici == | ||
Árnason, Kristján. 2016. «Vernacular and classical strands in Icelandic poetics and grammar in the Middle Ages». ''NOWELE. North-Western European Language Evolution''. John Benjamins. | |||
Boer, K.C. 1927. «Kommentaren til Háttatal». ''Arkiv for Nordisk Filologi'' 43:262–309. | |||
Benediktsson, Hreinn (1972) ''The First Grammatical Treatise,'' Reykjavík: Institute of Nordic Linguistics. | |||
Dahlerup, Verner/Finnur Jónsson. 1886. ''Den første og anden grammatiske afhandling i Snorres Edda''. STUAGNL 16. Copenhagen: Knudtzon. | |||
Finnur Jónsson. 1929. «Snorre Sturlusons Háttatal». ''Arkiv för nordisk filologi'' 45:229–69. | |||
Raschellà, Federico ( | ———. 1933. ''Den Islandske Grammatiks Historie til o. 1800''. Vol. 4. Historisk-filologisk Meddelelser, XIX. København: Levin & Munksgaard. | ||
Lassen, Annette. 2017, «Indigenous and Latin Literature». In ''The Routledge Research Companion to The Medieval Icelandic Sagas,'' Á. Jakobsson, S. Jakobsson (eds.), , pp. 74-87. London & New York: Routledge. | |||
Ólsen, Björn Magnússon. 1884. ''Den tredje og fjærde grammatiske afhandling i Snorres Edda tilligemed de grammatiske afhandlingers prolog og to andre tillæg''. STUAGNL 12. Copenhagen: Knudtzon. | |||
Pétursson, Sigurður. 1996a. «Latin Teaching in Iceland after the Reformation». In ''Reformation and Latin Literature in Northern Europe'', Inger Ekrem, Minna Skafte Jensen, and Egil Kraggerud (eds), pp. 106–22. Oslo-Copenhagen-Stockholm-Oxford-Boston: Scandinavian University Press. | |||
———. 1996b. «Studiet af latinsk grammatik i Island». In ''Studies innthe Development of Linguistics in Denmark, Finland, Iceland, Norway and Sweden'', Carol Henriksen, Even Hovdhaugen, Fred Karlsson, and Bengt Sigurd (eds), pp. 274–96. Oslo: Novus Forlag. | |||
Raschellà, Federico. 1982. ''The So-Called Second Grammatical Treatise.'' Firenze: Le Monnier. | |||
———. 1983. «Die altisländische grammatische Literatur. Forschungstand und Perspectiven zukünftiger Untersuchungen», ''Göttingische gelehrte Anzeigen'' 235, pp. 217-316. | |||
———. 2007. «Old Icelandic Grammatical Literature: The Last Decades of Research (1983-2005)», in ''Learning and Understanding in the Old Norse World. Essay in Honour of Margareth Clunies Ross,'' J. Quinn, K. Heslop, T. Wills (eds), pp. 341-372. Turnhout: Brepols. | |||
———. 2018. «Eredità classica nel vocabolario tecnico dei trattati grammaticali islandesi medievali», in ''Studies on Late Antique and Medieval Germanic Glossography and Lexocgraphy in Honour of Patrizia Lendinara.'' Carla Di Sciacca, Cettina Giliberto, Carmela Rizzo, Loredana Teresi (eds), pp. 605-621. Pisa: Edizioni ETS. | |||
Tarsi, Matteo. 2018. «Modern Icelandic Basic Linguistic Terminology: A Survey from a Historico-Puristic Perspective». In ''2nd LC-UCY Forum of Young Researchers'', Pedro Molina-Munoz (ed.), pp. 14–24. Nicosia: Language Center, University of Cyprus. <nowiki>http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-453536</nowiki>. | |||
———. 2022. «Grammatical Core Terminology in Icelandic: An Onomasiological Study». ''NOWELE. North-Western European Language Evolution'' 75 (2): 123–59. <nowiki>https://doi.org/10.1075/nowele.00066.tar</nowiki>. |
Versione delle 17:29, 17 nov 2024
Definizione[modifica | modifica sorgente]
Il termine málsgrein è polisemico e copre un vasto spazio semantico che va da 'frase' a 'discorso' e 'stile', con diverse nuances. Da un punto di vista strutturale è un composto endocentrico con testa a destra, formato mál e grein. Mál è a sua volta termine polisemico che può valere sia ‘linguaggio' (nel senso di facoltà di linguaggio), sia ‘lingua parlata’ (anche ‘colloquio’), sia ‘racconto’. In contesto grammaticale vale anche ‘discorso con un significato’, ‘costruzione di frase’, ‘frase’, ‘periodo intero’. Grein è invece un nome, il cui significato principale è 'distinzione' (cfr. il verbo greina 'distinguere'). In tale accezione è presente nel composto hljóðsgrein, 'distinzione di suono', attestato nello Háttatal di Snorri Sturluson (XIII secolo). Hljóðsgrein è attestato anche nel Terzo Trattato Grammaticale (1250 ca) di Óláfr Þórðarson hvítaskáld 'scaldo bianco' (ca 1212-1259), nipote di Snorri Sturluson (Raschellà 2007: 355). Qui vale 'varietà di suono' (Raschellà 2018: 616) e rimanda al latino accentus. Sembrerebbe far riferimento ai diversi tipi di 'accento' dell'islandese, cosa che ha spinto qualcuno a discutere della possibilità che l'islandese medioevale avesse variazioni tonali, come alcune lingue scandinave moderne (Kristján Árnason 2016).
Studi moderni su málsgrein[modifica | modifica sorgente]
Approcci filologici[modifica | modifica sorgente]
Un'analisi filologica del termine, con un focus particolare sulle sue attestazioni nell'Edda di Snorri Sturluson (XIII sec.) è in Boer (1927: 265-267) e poi in (Jónsson 1929: 253). Non mancano attestazioni nei trattati grammaticali islandesi, in particolare nel Primo e nel Secondo, nelle cui edizioni si possono trovare dei riferimenti. Per il primo e il secondo cfr. (Dahlerup e Jónsson 1886); per il Terzo e il Quarto, cfr. (Ólsen 1884).
Approcci grammaticali[modifica | modifica sorgente]
Un primo tentativo di scrivere una storia della produzione di argomento grammaticale in Scandinavia si deve a Ólsen (1884: I-LXX), il quale dà una descrizione della produzione di argomento grammaticale in volgare islandese di epoca medievale. Si tratta propriamente di una introduzione alla sua edizione del Terzo e del Quarto Trattato Grammaticale, ma per la sua completezza è rimasta a lungo insuperata come introduzione al tema della grammatica in Scandinavia. Diversi anni più tardi, forte del grande lavoro fatto in ambito poetico e linguistico, Jónsson (1933) propone la sua storia della grammatica islandese fino al 1800. Si tratta di un'opera di sintesi tutt'ora importante, che però riserva pochissimo spazio al termine málsgrein e in generale alla sintassi. Il tema della produzione di argomento grammaticale in lingua norrena e islandese è strettamente connesso con la diffusione in Scandinavia del cristianesimo. Uno dei portati più significativi di tale evento è stata la diffusione della conoscenza del latino e della pratica scrittoria (in latino). Ciò sollecitò in Islanda in particolare l'utilizzo del volgare islandese per scrivere, per cui nel giro di un centinaio di anni dalla conversione dell'Islanda al cristianesimo, si assiste a una vera esplosione di produzione scritte testi in lingua volgare islandese, ma con alfabeto latino. È in questo contesto che emerge la particolare ricchezza di produzione di testi di argomento grammaticale in islandese. Non sorprende dunque trovare che le più recenti descrizioni dello sviluppo della grammatica, in particolare in terra di Islanda, sono solitamente connesse allo studio della diffusione del latino (Pétursson 1996b; 1996a).
Approcci linguistici e metalinguistici[modifica | modifica sorgente]
Il termine è stato oggetto di attenzione all'interno di svariate trattazioni, nessuna delle quali ad esso esclusivamente dedicata, ma trattanti più in generale la terminologia tecnica nei trattati grammaticali islandesi. In diversi suoi lavori Raschellà (1982, 1983, 2007) sostiene l'appartenenza di questo termine (e di altri) a una tradizione grammaticale nordica autoctona, la cui formazione risalirebbe al periodo precedente alla cristianizzazione della Scandinavia. Tale tradizione si sarebbe formata in connessione con la pratica scrittoria runica. Così Raschellà (2018: 617) riassume la sua posizione:
Questi termini, rappresentativi di quello che è stato definite "the product of native terminological creativity", sono variamente distribuiti nel PTG, nel STG e (in minor misura) nella prima parte del TTG, che trattano di argomenti propriamente grammaticali […] Esempi di questo tipo implicano dunque – come ho avuto modo di argomentare in alcuni miei precedenti lavori- una sostanziale indipendenza dai modelli classici e puntano chiaramente alla presenza parallela, nell’Islanda medievale, di una tradizione grammaticale autoctona, provvista di un proprio apparato terminologico, antecedente alla conoscenza delle opere dei grammatici latini.
Più di recente la questione del metalinguaggio islandese è stata ripresa da Matteo Tarsi, che ha dedicato diversi suoi lavori al tema (Tarsi 2022; 2018).
Attestazioni[modifica | modifica sorgente]
a. Grammatici medievali[modifica | modifica sorgente]
Attestazioni (in ordine di datazione del manoscritto)[modifica | modifica sorgente]
TTG AM 748 (1300-1325)
SnE GKS 2367 (1300-1350)
PTG AM 242 (1350)
TTG AM 242 (1350)
Stjórn AM 226 (1360)
Adónías saga AM 593 (1450-1500)
Árna saga byskups Blodd 11127 (1696)
Significati ([modifica | modifica sorgente]
a. Fritzner: 1. Sprogart (Stj 6715) 'tipo di lingua'; 2. Udtrycksmaade (SnE I, 2309) 'modo di esprimersi', 3. Sætning (SE II, 6619, SE II, 901,6, 941, 11010) 'frase'; Pars orationis (SE II, 8824, II 903); 4. Tale 'discorso, ciò che si è detto' (Stj. 7922, SE I 59417).
b. Cleasby/Vigfússon (1874): 1. Sentence; 2. A phrase; 3. Pars orationis, 4. Diction, style
c. Zoega (1926) 1. sentence; 2. phrase, speech; 3. diction, style
d. ONP ()
N.B. Solo ONP riporta il significato composizionale del composto malsgrein ovvero 'distinzione della frase'. Nessuno degli altri lo fa.
'frase':[modifica | modifica sorgente]
1. TTG: Því at vér skiptum bækr í kapítula, en kapítula í klausur eða vers, en klausur í málsgreinir, málsgreinir í sagnir, sagnir í samstöfur, samstöfur í stafi (Egilsson 1848: 171; SnE 1852: 66; Ólsen 1884: 37; - cfr. Prisciano I, c. 3, Keil II, 6)
2. TTG: því at nafn ok orð samantengð gjöra fulkomna málsgrein, sem hér: maðr rennr (Egilsson 1848: 180; Ólsen 1884: 1017) ‘poiché nome e verbo messi insieme producono un discorso (frase) completo, come qui: l’uomo corre’.
'discorso'[modifica | modifica sorgente]
3. TTG: En meistari Priscianus telr átta vera parta málsgreinar: nafn, fornafn, orð, viðorð, hluttekning, samtenging, fyrirsetning, meðalorpníng. (Egilsson 1848: 180, Ólsen 1884: 1030) ‘il maestro Prisciano enumera otto parti del discorso: nome, pronome, verbo, avverbio, participio, congiunzione, preposizione, participio medio’
málsgrein nell'Edda di Snorri Sturluson (XIII sec.)
'distinzione del discorso'[modifica | modifica sorgente]
4. Háttatal Snorri Sturluson: Hver er grein setningar *háttana? Tvenn. Hver? Málsgrein ok hlióðsgrein (Finnur Jónsson 1931: 213; Faulkes 2007: 3) ‘Quante sono le distinzioni della costruzione delle strofe metriche? Due. Quali? La distinzione di discorso e la distinzione di suono’ (per la traduzione SnE 1848 I: 595; Faulkes 1987)
5. Háttatal Snorri Sturluson: Hvað er málsgrein? Stafa setning greinir mál alt. (Finnur Jónsson 1931: 213; Faulkes 2007: 3) ‘Cosa è la distinzione di discorso? La disposizione delle lettere distingue (segmenta) il discorso intero’.
6. PTG Skalld erv hofvndar allrar rynni ęða mááls greinar (Benediktsson 1972: 22417) ‘Gli scaldi sono autorità in tutto ciò che riguarda la scrittura o la distinzione del discorso’ (per la traduzione cfr. Anche Benediksson 1972: 227)
b. Grammatici rinascimentali[modifica | modifica sorgente]
[in costruzione]
Discussione[modifica | modifica sorgente]
La proposta che qui si avanza la seguente. Málsgrein è un composto formato con materiale lessicale di chiara origine nordica. Tanto mál quanto grein sono due termini di larga attestazione. mál è la ‘lingua’ presa nella sua interezza e nella sua concretezza, quella che si manifesta nella forma di discorso fonico. Mál è infatti non a caso il discorso parlato. Ma esso è anche ‘frase’, come se un unico termine potesse esprimere al contempo la lingua nella sua interezza e le parti che lo costituiscono ‘le frasi’. Grein a sua volta in quanto ‘distinzione’ risale al verbo greina ‘dividere’, ‘divedere in branche’ (da cui anche ‘discernere’). Se si intende il discorso come un tutto senza divisioni interne, la ‘divisione del discorso’ consiste nella segmentazione di un continuum. La prima apparizione di questo termine è in quel PTG, il cui autore è famoso per aver utilizzato tecniche di analisi fonetica della lingua che a molti sono sembrate precorrere l’analisi fonologica strutturalista del Novecento. Dunque un autore capace di cogliere la natura articolata della lingua nel dominio della fonetica. Non sorprende che a lui si debba la prima occorrenza di málsgrein che rimanda alla segmentazione linguistica.
L’esistenza di questo composto induce a pensare, a mio avviso, che esistesse la consapevolezza della sintatticità della lingua, sebbene non espressa in maniera esplicita. Si potrebbe dire che l’esistenza di málsgrein costituisca l’indizio di una teoria sintattica ‘ingenua’ da parte degli islandesi. Uso qui il termine ingenuo nello stesso senso in cui lo usa Graffi: una sintassi ‘ingenua’ è quella che possiedono i parlanti e che consente loro di cogliere la natura composizionale del linguaggio. È possibile che tale sintassi ingenua si sia elaborata nel contesto della pratica della scrittura runica. Non a caso nella prima attestazione di málsgrein, lo si trova associato al termine rynni (scrittura runica).
La divisione del discorso produce unità, le più evidenti delle quali sono quelle che forniscono un significato completo, ovvero le frasi. Per acquisire per una consapevolezza metalinguistica, è necessario però aspettare l’intervento della grammatica latina. È solo con il TTG che la sintassi ingenua trova le parole per poter essere espressa e il quadro teorico dentro cui essere collocata. In quel testo infatti málsgrein si configura come il migliore candidato per esprimere i termini latini oratio e sententia. E come tale viene usato non solo nel TTG, ma anche in opere successive. Si parla così di málsgrein come di una ‘frase completa’. E si procede oltre nella individuazione delle unità che formano le frasi, ovvero le parole, a loro volta considerate come parti del discorso.
Riferimenti bibliografici[modifica | modifica sorgente]
Árnason, Kristján. 2016. «Vernacular and classical strands in Icelandic poetics and grammar in the Middle Ages». NOWELE. North-Western European Language Evolution. John Benjamins.
Boer, K.C. 1927. «Kommentaren til Háttatal». Arkiv for Nordisk Filologi 43:262–309.
Benediktsson, Hreinn (1972) The First Grammatical Treatise, Reykjavík: Institute of Nordic Linguistics.
Dahlerup, Verner/Finnur Jónsson. 1886. Den første og anden grammatiske afhandling i Snorres Edda. STUAGNL 16. Copenhagen: Knudtzon.
Finnur Jónsson. 1929. «Snorre Sturlusons Háttatal». Arkiv för nordisk filologi 45:229–69.
———. 1933. Den Islandske Grammatiks Historie til o. 1800. Vol. 4. Historisk-filologisk Meddelelser, XIX. København: Levin & Munksgaard.
Lassen, Annette. 2017, «Indigenous and Latin Literature». In The Routledge Research Companion to The Medieval Icelandic Sagas, Á. Jakobsson, S. Jakobsson (eds.), , pp. 74-87. London & New York: Routledge.
Ólsen, Björn Magnússon. 1884. Den tredje og fjærde grammatiske afhandling i Snorres Edda tilligemed de grammatiske afhandlingers prolog og to andre tillæg. STUAGNL 12. Copenhagen: Knudtzon.
Pétursson, Sigurður. 1996a. «Latin Teaching in Iceland after the Reformation». In Reformation and Latin Literature in Northern Europe, Inger Ekrem, Minna Skafte Jensen, and Egil Kraggerud (eds), pp. 106–22. Oslo-Copenhagen-Stockholm-Oxford-Boston: Scandinavian University Press.
———. 1996b. «Studiet af latinsk grammatik i Island». In Studies innthe Development of Linguistics in Denmark, Finland, Iceland, Norway and Sweden, Carol Henriksen, Even Hovdhaugen, Fred Karlsson, and Bengt Sigurd (eds), pp. 274–96. Oslo: Novus Forlag.
Raschellà, Federico. 1982. The So-Called Second Grammatical Treatise. Firenze: Le Monnier.
———. 1983. «Die altisländische grammatische Literatur. Forschungstand und Perspectiven zukünftiger Untersuchungen», Göttingische gelehrte Anzeigen 235, pp. 217-316.
———. 2007. «Old Icelandic Grammatical Literature: The Last Decades of Research (1983-2005)», in Learning and Understanding in the Old Norse World. Essay in Honour of Margareth Clunies Ross, J. Quinn, K. Heslop, T. Wills (eds), pp. 341-372. Turnhout: Brepols.
———. 2018. «Eredità classica nel vocabolario tecnico dei trattati grammaticali islandesi medievali», in Studies on Late Antique and Medieval Germanic Glossography and Lexocgraphy in Honour of Patrizia Lendinara. Carla Di Sciacca, Cettina Giliberto, Carmela Rizzo, Loredana Teresi (eds), pp. 605-621. Pisa: Edizioni ETS.
Tarsi, Matteo. 2018. «Modern Icelandic Basic Linguistic Terminology: A Survey from a Historico-Puristic Perspective». In 2nd LC-UCY Forum of Young Researchers, Pedro Molina-Munoz (ed.), pp. 14–24. Nicosia: Language Center, University of Cyprus. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-453536.
———. 2022. «Grammatical Core Terminology in Icelandic: An Onomasiological Study». NOWELE. North-Western European Language Evolution 75 (2): 123–59. https://doi.org/10.1075/nowele.00066.tar.