Soloecismus

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Definizione[modifica | modifica sorgente]

Il termine "solecismo" deriva dal greco “soloikismós” e indica un errore nella costruzione sintattica di una frase, una deviazione dalle regole grammaticali stabilite. In ambito latino e medievale, il solecismo era considerato non solo un problema linguistico, ma anche educativo e retorico. L’identificazione e la comprensione dei solecismi erano cruciali nell’insegnamento del latino, lingua della cultura e del sapere erudito. SCHAD (); ZAGO

Il solecismo, da errore sintattico legato alla purezza linguistica e culturale, evolve fino a diventare una semplice etichetta di errore, in linea con la variabilità naturale delle lingue. Il concetto, strettamente legato alla Latinitas, riflette il continuo dibattito sull’autorità grammaticale, influenzando ancora oggi la linguistica moderna.

Studi Moderni sul Solecismo[modifica | modifica sorgente]

Negli ultimi decenni, il solecismo è stato oggetto di rinnovati studi, analizzati sotto prospettive sia linguistiche che culturali.

Approcci Filologici[modifica | modifica sorgente]

Vivien Law:[modifica | modifica sorgente]

Nel suo “Grammar and Grammarians in the Early Middle Ages” (1997) analizza lo sviluppo della grammatica medievale e la trattazione degli errori come il solecismo.

Ineke Sluiter:[modifica | modifica sorgente]

Si concentra sulla percezione antica degli errori linguistici e sul loro impatto sulla teoria grammaticale.

Studi sulla Teoria Grammaticale e Retorica[modifica | modifica sorgente]

Pierre Swiggers, Alain Deslate, Anneli Luhtala (ex multis)[modifica | modifica sorgente]

Analisi del solecismo all’interno della tradizione grammaticale, esplorandone definizioni, categorie e connessioni filosofiche.

Studi Linguistici e metalinguistici:[modifica | modifica sorgente]

Paola Cotticelli-Kurras STUDI PRIN



Grammatici Latini Antichi[modifica | modifica sorgente]

Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.)[modifica | modifica sorgente]

Nel suo trattato “De Lingua Latina”, pone le basi per la grammatica latina, pur senza trattare direttamente il solecismo. La sua analisi delle strutture linguistiche apre la strada allo studio degli errori sintattici.

Quintiliano (35-100 d.C.)[modifica | modifica sorgente]

Nell’opera “Institutio Oratoria”, Quintiliano distingue il barbarismo (errore nella parola) dal solecismo (errore nella frase), definendo quest'ultimo come una violazione delle regole sintattiche, rilevante per l’oratoria poiché influisce sulla chiarezza del discorso.

Frontone (II secolo d.C.)[modifica | modifica sorgente]

Maestro di Marco Aurelio, Frontone enfatizza la purezza linguistica del latino e critica gli errori sintattici che potrebbero compromettere la comprensibilità di un testo.

Grammatici Tardoantichi[modifica | modifica sorgente]

Elio Donato (IV secolo d.C.)[modifica | modifica sorgente]

Nella sua “Ars Grammatica”, Donato fornisce una classificazione dettagliata dei solecismi, rendendo il suo testo un punto di riferimento nel Medioevo.

Prisciano di Cesarea (VI secolo d.C.)[modifica | modifica sorgente]

Le “Institutiones Grammaticae” di Prisciano approfondiscono lo studio del solecismo, influenzando notevolmente la grammatica medievale.

Isidoro di Siviglia (560-636 d.C.)[modifica | modifica sorgente]

Nelle “Etymologiae”, Isidoro include una sezione sui solecismi e altri errori linguistici, preservando e diffondendo conoscenze grammaticali dell’antichità.

Grammatici Medievali[modifica | modifica sorgente]

Durante il Medioevo, la grammatica latina mantiene la sua centralità nell’istruzione. I grammatici medievali non solo trasmettono le opere antiche, ma le adattano al proprio contesto. Le scuole monastiche e le cattedrali diventano luoghi di apprendimento dove la grammatica è essenziale per la comprensione dei testi sacri; a partire dal XIII secolo, poi, i Modisti tentano di collegare la grammatica alla filosofia. Per loro, il solecismo non è solo un errore formale ma anche logico.

Tra gli autori del periodo è doveroso citare:

Pietro Helias: l'uso di solecismus si ricollega ai concetti di incongrua ordinatio; incongrue ordinare; vitiosa constructio (così come analizzato in Cotticelli-Kurras). Per Pietro Helias il termine soloecismus (insieme a barbarismus) era caratterizzata dalla designazione incongrua in relazione alla composizione di frasi e parole. Per Petrus Helias la definizione di soloecismo risulta semplicemente dalla negazione di alcuni parametri che altrimenti prevedevano una costruzione ben formata.

Origini e Definizioni Classiche[modifica | modifica sorgente]

In Grecia, Aristotele introduce il concetto di solecismo come deviazione sintattica, una visione che i grammatici latini come Donato riprendono e sviluppano. Nel contesto romano, il solecismo si distingue dal barbarismo per essere un errore di sintassi piuttosto che di forma.

La Latinitas e il Medioevo[modifica | modifica sorgente]

Nel Medioevo, la Latinitas diventa una qualità essenziale, rappresentante la correttezza linguistica. Grammaticalisti come Donato e Prisciano promuovono la Latinitas come modello educativo e culturale, e il solecismo ne è una violazione grave. La distinzione tra congruità formale (congruitas voce) e significato (congruitas sensu) viene utilizzata per distinguere il solecismo dagli errori lessicali.

Epoca Moderna e Linguistica Contemporanea[modifica | modifica sorgente]

Con il Rinascimento e l’ascesa delle lingue volgari, il solecismo perde il suo carattere normativo restrittivo, rimanendo un errore sintattico anche nelle grammatiche delle lingue moderne. Oggi, nella linguistica, si riferisce semplicemente a errori sintattici.