Circuito: differenze tra le versioni

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Il termine ''circuito'' (o ''circoito''), come calco del greco ''περίοδος'', viene utilizzato da alcuni autori di età rinascimentale in Italia in alternativa al prestito ''periodo'' per indicare la '''frase''' in senso generale o, più specificamente, la '''frase complessa''' o '''discorso'''.
Il termine ''circuito'' (o ''circoito''), come calco del greco ''περίοδος'', viene utilizzato da alcuni autori di età rinascimentale in Italia in alternativa al prestito ''periodo'' per indicare la '''frase''' in senso generale o, più specificamente, la '''frase complessa''' o l'intero '''discorso'''.


== Storia degli studi ==
== Storia degli studi ==

Versione delle 09:05, 28 ott 2025

Il termine circuito (o circoito), come calco del greco περίοδος, viene utilizzato da alcuni autori di età rinascimentale in Italia in alternativa al prestito periodo per indicare la frase in senso generale o, più specificamente, la frase complessa o l'intero discorso.

Storia degli studi[modifica | modifica sorgente]

In età umanistica e rinascimentale, in mancanza di un apparato descrittivo condiviso che identifichi in senso univoco il concetto stesso, inevitabilmente non si è ancora consolidata una terminologia standard per identificare la frase.

Come illustrato, tra gli altri, da Cotticelli (2025a) e (2025b), Fornara (2013) e Righi (2025), i grammatici del tempo alternano una costellazione di termini che va dai prestiti crudi dal latino come clausola a quelli integrati, quali oratione (da oratio) e costruzzione (da constructio), ad altre forme quali parlare o parlamento, e gli studi concordano nel sottolineare il doppio filo che lega in molte circostanze tali definizioni all’indagine sulla punteggiatura come strumento di analisi sintattica della frase stessa. Spesso gli autori rinascimentali non si soffermano però in dettaglio sulle caratteristiche che contraddistinguono la frase in quanto tale, o riportano solamente definizioni mutuate dalla grammaticografia tardo latina, in particolare da Prisciano.

Il termine circuito assume valore metalinguistico di “frase compiuta” soprattutto nella Grammatica volgare di Gaetano Tizzone da Pofi (1539), che già in apertura sottolinea che compito del suo lavoro sarà quello di “insegnare ben leggere, bene scrivere, ben comporre a chi non sa” descrivendo puntualmente “[l]e lettere, le sillabe, le dittioni, l'orationi, o membri, il circoito”, il quale “rinchiude in sé tutta la sententia perfetta” (2r). Nel modello di Tizzone, il membro sembra indicare la frase semplice, mentre il circuito rappresenta la frase complessa, poiché “il circuito è composto ancora di tanti membri.” (6r-6v). Fornara (2013: 163) e Righi (2025) mostrano come però in realtà in altri passi dell’opera il concetto di circuito e di membro tendano a sovrapporsi, a dimostrazione della mancanza di chiarezza descrittiva sul concetto di “frase” a questo stadio degli studi linguistici.

Questo uso di circuito non è confinato ai soli trattati grammaticali: lo troviamo infatti pochi anni dopo, ad esempio, anche in un’opera di retorica, quella di Cavalcanti (1559), che utilizza circuito come la struttura capace di “comprendere, et quasi in un cerchio ristrignere insieme i membri, et i concisi.”

Poggiogalli (1999), pur passando in rassegna numerosi termini sintattici che compaiono nelle grammatiche rinascimentali anche a proposito del concetto di “frase” e “frase complessa”, non menziona circuito in questo novero.

Attestazioni di Circuito[modifica | modifica sorgente]

Il termine compare con un uso tecnico nei seguenti autori:

Significati e usi di Circuito[modifica | modifica sorgente]

Circuito come “frase complessa” composta da “membri”[modifica | modifica sorgente]

  • Bartolomeo Cavalcanti, La retorica di M. Bartolomeo Cavalcanti, 268.
  • Gaetano Tizzone da Pofi, Grammatica volgare, 2r.
  • Gaetano Tizzone da Pofi, Grammatica volgare, 6r-6v.

Circuito come sinonimo di “periodo” o "discorso"[modifica | modifica sorgente]

  • Gaetano Tizzone da Pofi, Grammatica volgare, 48r.

Riferimenti[modifica | modifica sorgente]

Riferimenti PRIN[modifica | modifica sorgente]

^ Cotticelli-Kurras, P. (2024), “Towards a classification of sentences in medieval grammars: the role of the positurae”. Rivista italiana di linguistica e di dialettologia. XXVI: 69–90.

^ Cotticelli-Kurras, P. (2025a), “Percorsi trasversali nella grammaticografia rinascimentale: Melantone, Linacre, Giambullari”. Il ruolo del metalinguaggio nelle nuove grammatiche nazionali e missionarie. Atti del workshop PRIN 2022 (Verona, 16–17 settembre 2024). Ed. by P. Cotticelli-Kurras, F. Righi. Roma: Il Calamo, 41–72.

^ Cotticelli-Kurras, P. (2025b) “Interpunzione come partitura testuale e articolazione sintattica, Le prime grammatiche del volgare italiano”. Studi in onore di Guglielmo Bottari. In press.

^ Righi, F. (2025), The ‘panther’ of syntax between grammar and publishing. The case of Gaetano Tizzone and his Grammatica volgare”, Beiträge zur Geschichte der Sprachwissenschaft …, In press.

Altri riferimenti[modifica | modifica sorgente]

^ Bisello, L., S. Bollini, I. Iaccarino, M. Schellino, “La ‘Biblioteca anatomica’ (1552-1699): consistenza e ragioni di un corpus. Un repertorio di testi del Seicento italiano tra medicina e letteratura”, Museo Galileo 2025,

https://www2.museogalileo.it/images/biblioteca_digitale/collezioni_tematiche/Edizioni_MuseoGalileo_la_biblioteca_Anatomica.pdf

^ Fornara, S. (2004), “La sintassi nel Cinquecento italiano tra grammatica e retorica”. Fortuna e vicissitudini di concetti grammaticali. Ed. by G. Graffi. Padova: Unipress, 45–60.

^ Fornara, S. (2013), La trasformazione della tradizione nelle prime grammatiche italiane (1440–1555). Roma: Aracne.

^ Poggiogalli, D. (1999), La sintassi nelle grammatiche del Cinquecento. Firenze: Accademia della Crusca.

(in costruzione)

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]

constructio, distinctio, membrum, oratio, parlamento, sententia.

Testi[modifica | modifica sorgente]

Bartolomeo Cavalcanti, La retorica di M. Bartolomeo Cavalcanti, 268: “Ora questa comprensione, questo annodamento, et intrecciamento può essere più largo, et più stretto, et di più membri, et di meno; le quali differenze io non curerò di nominare con distinti nomi, ma questo modo di comprendere, et quasi in un cerchio ristrignere insieme i membri, et i concisi, chiamerò col nome Greco Periodo, et col nome Latino Circuito.”

Gaetano Tizzone da Pofi, Grammatica volgare, 2r: ““[l]e lettere, le sillabe, le dittioni, l'orationi, o membri, il circoito. Questo circoito rinchiude in sé tutta la sententia perfetta. Esso circoito è pieno d'articoli, di nomi, di verbi, di participij, di pronomi, dispositioni, d'adverbij, l'intergettioni, di congiuntioni, d'apostrophe, di subdistintioni, di coronide, di parentisi, d'accénti.”

Gaetano Tizzone da Pofi, Grammatica volgare, 6r-6v: ““[l]a oratione o il membro che vogliamo dire‚ è una bene ordinata congiuntione di parole, che tutte insieme habbiano a significare qualche cosa. Et è chiamato membro, che come il corpo è distinto in tanti membri, così il circuito è composto ancora di tanti membri, de li quali alcuno è perfetto, alcuno è imperfetto.”

Gaetano Tizzone da Pofi, Grammatica volgare, 48r: “Al fin de la oratione, o circoito che dir lo vogliamo, si mette questo solo punto . dimostrando il periodo essere condotto alla perfettione.”

Note[modifica | modifica sorgente]