Membrum: differenze tra le versioni
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* Guidotto da Bologna '' | * Guidotto da Bologna ''Fiore di Rettorica,'' '''1-64'''. | ||
* Isidorus Hispalensis, ''Etymologiarum siue Originum libri XX'' (CPL 1186) '''II, 18,''' '''2'''. | * Isidorus Hispalensis, ''Etymologiarum siue Originum libri XX'' (CPL 1186) '''II, 18,''' '''2'''. | ||
* Linacre, ''De emendata structura latini sermonis'' (1537'''), 351'''. | * Linacre, ''De emendata structura latini sermonis'' (1537'''), 351'''. | ||
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Il termine latino membrum e il corrispettivo italiano membro, calchi del greco κῶλον, indicano generalmente sia in ambito grammaticale che retorico una sequenza di parole significativa e autonoma dal punto di vista sintattico e ritmico all’interno della frase. In molte circostanze, tuttavia, assumono la connotazione di “frase” all’interno di una frase complessa, come unità sintattica dotata di grammaticalità ma non di senso compiuto in sé e per sé.
Storia degli studi[modifica | modifica sorgente]
Grammaticografia latina[modifica | modifica sorgente]
Cotticelli-Kurras (2022), (2024) mostra le radici del termine nell’ambito della grammatica, della retorica e della musica quale segmento della clausola, e come il termine abbia avuto una certa diffusione in ambito grammaticale e retorico. Ciò è stato indubbiamente favorito dall’immediatezza dell’evidente valenza metaforica rispetto alla biologia umana. Il termine trova una certa diffusione sulla scia di Donato (Ars Grammatica, II, 6, 372)., Quintiliano e soprattutto della pseudo-ciceroniana Rhetorica ad Herennium. Lo ritroviamo poi in numerosi autori medievali in contesto stilistico-metrico, retorico e grammaticale come esplicita traduzione di colon.
Schad (2007), nonostante gli utilizzi rintracciati, non menziona membrum tra le voci del proprio dizionario, anche se il termine compare con le medesime connotazioni semantiche in esempi riportati in altre voci.
Grammaticografia italiana[modifica | modifica sorgente]
Poggiogalli (1999: 333-334) registra il traducente membro con il valore metalinguistico di “segmento di discorso, periodo o frase”, e secondo il GDLI esso è menzionato per la prima volta con questa accezione da Guidotto da Bologna, nel XIII secolo. Come approfondito da Cotticelli-Kurras (2025b) e (2025c), Fornara (2013) e Righi (2025), il termine, anche nella sua variante membretto, ritorna in molti dei principali grammatici rinascimentali per identificare le stesse unità sintattiche individuate in precedenza; inoltre, l’uso del termine è strettamente legato in tutti questi autori all’indagine sulla punteggiatura quale strumento di analisi sintattica del testo.
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Attestazioni di Membrum (membro)[modifica | modifica sorgente]
Il termine compare con un uso tecnico nei seguenti autori in età medievale e rinascimentale:
- Ludovico Dolce (1508/1510 – 1568)
- Pierfrancesco Giambullari (1495 – 1555)
- Guidotto da Bologna (XIII sec.)
- Isidorus Hispalensis (560-636)
- Thomas Linacre (1460 ca. – 1524)
- Sedulius Scottus (†858)
- Gaetano Tizzone da Pofi (†1529/1531)
Significati e usi di Membrum (membro)[modifica | modifica sorgente]
Membrum come “sintagma” o “frase” all’interno di una frase complessa[modifica | modifica sorgente]
- Donatus, Ars Grammatica, G. L. K., 4, 372.
- Guidotto da Bologna Fiore di Rettorica, 1-64.
- Isidorus Hispalensis, Etymologiarum siue Originum libri XX (CPL 1186) II, 18, 2.
- Linacre, De emendata structura latini sermonis (1537), 351.
- Quintilianus, Institutio oratoria, IX.4.CXXII.
- Rhetorica ad Herennium IV.xix.26.
- Sedulius Scotus, In Donati artem maiorem, 1.54.16
Membro come “frase” all’interno di una frase complessa[modifica | modifica sorgente]
- L. Dolce, Osservationi nella volgar lingua (1550), 78v.
- P. Giambullari, Regole della lingua fiorentina (1552), ed. Bonomi (1986), 96.
- G. Tizzone, Grammatica volgare (1539), 6r-6v.
Riferimenti[modifica | modifica sorgente]
Riferimenti PRIN[modifica | modifica sorgente]
^ Cotticelli-Kurras, P. (2021), “Regimen vs. ordo: how to build phrases with words in ME grammars”, in A. Bartolotta (ed.), Submerged syntax between Late Antiquity and the Modern Age. Sources, models, and interpretative strategies, Palermo 28-30 novembre 2019 (“Lingue, Linguaggio, Metalinguaggio”). Roma: Il Calamo: 9-35.
^ Cotticelli-Kurras, P. (2022), “From clausula to clause, 2000 years of metalinguistic history”, in L. Biondi, F. Dedè, A. Scala, M. Vai (eds.), Ubi homo, ibi lingua. Studi in onore di Maria Patrizia Bologna, Alessandria: Edizioni dell’orso, 349-368.
^ Cotticelli-Kurras, P. (2024), “Elaborando il metalinguaggio linguistico: intrecci tra trivio e quadrivio”. Tra grammatica e metagrammatica: storia del metalinguaggio (“Lingue, Linguaggio, Metalinguaggio”), Roma: Il Calamo, 167-193.
^ Cotticelli-Kurras, P. (2025a) “Interpunzione come partitura testuale e articolazione sintattica, Le prime grammatiche del volgare italiano”. Amicorum munus. Per Guglielmo Bottari, a c. di G.C. Alessio - A.M. Babbi - V. Fera - D. Losappio, Venezia: Centro di Studi Medioevali e Rinascimentali «E.A. Cicogna», 2025.
^ Cotticelli-Kurras, P. (2025b), “Percorsi trasversali nella grammaticografia rinascimentale: Melantone, Linacre, Giambullari”. Il ruolo del metalinguaggio nelle nuove grammatiche nazionali e missionarie. Atti del workshop PRIN 2022 (Verona, 16–17 settembre 2024). Ed. by P. Cotticelli-Kurras, F. Righi. Roma: Il Calamo, 41–72.
^ Cotticelli-Kurras, P. (2025c), “Theoretische Ansätze zur Grammatikschreibung der Volkssprachen: der Fall der italienischen Syntax und ihrer Metasprache in der Renaissance”, XXXIV. Internationales Kolloquium des Studienkreis „Geschichte der Sprachwissenschaft“(SGdS, Atene, 2-4 ottobre 2025.
^ Righi, F. (2025), “The ‘panther’ of syntax between grammar and publishing. The case of Gaetano Tizzone and his Grammatica volgare”, Beiträge zur Geschichte der Sprachwissenschaft, In press.
Altri riferimenti[modifica | modifica sorgente]
^ Battaglia, S., poi G. Bàrberi Squarotti (a c. di), Grande dizionario della lingua italiana, Torino: UTET, 1961-1998.
^ Bernhard, M. (2006), Lexicon musicum latinum medii aevi, Munchen: Verlag der Bayerischen Akademie der wissenschaften.
^ Cascarelli Iafelice, C. (2019), “Cadence as a “Metaphor of Instability” and “Conclusive Unity”: A Brief Excursus Between Grammar and Music”, Opus 25 (3): 30-49, http://dx.doi.org/10.20504/opus2019c2502.
^ Forcellini, E. (1835) [1711], Lexicon totius latinitatis, https://archiviodistatotorino.cultura.gov.it/strumenti/lexicon-totius-latinitatis/
^ Fornara, S. (2013), La trasformazione della tradizione nelle prime grammatiche italiane (1440–1555). Roma: Aracne.
^ Lewis, C.T., e C. Short (1879), A Latin Dictionary, Oxford: OUP, https://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0059.
^ Poggiogalli, D. (1999), La sintassi nelle grammatiche del Cinquecento. Firenze: Accademia della Crusca.
^ Schad, S. (2007). A lexicon of Latin grammatical terminology, Pisa-Roma: Serra Editore.
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Voci correlate[modifica | modifica sorgente]
circuito, clausola, constructio, costruzzione, distinctio, oratio, sententia.
Testi[modifica | modifica sorgente]
Lodovico Dolce, Osservationi nella volgar lingua (1550), 78v: “IL PERIODO, di cui habbiamo sopra detto […] ha più membri; i quali, per che non altrimente, che facciano quei del corpo, a diversi uffici possono servire; ricevono ancora diverse forme di punti.”
Aelius Donatus, Ars Grammatica, II, 6, 372: “In lectione tota sententia periodus dicitur, cuius partes sunt cola et commata [id est membra et caesa]”.
Pierfrancesco Giambullari, Regole della lingua fiorentina (1552), ed. Bonomi (1986), 96: “La legatura, da’ Latini chiamata coniunctio, è una parte del parlare, che unisce e congiugne insieme, e le membra, le sentenzie et le clausole di quello; dando loro ornamento et chiarezza.”
Guidotto da Bologna, Fiore di rettorica, 1-64: “È un altro ornamento, che si appella membro, il quale si fa quando una parola cade dall’altra, e può essere di due membri e di tre. Di due in questo modo: «Facesti prò a’ nimici e danno agli amici». Di tre, in questo modo: «Facesti prò a’ nimici e danno agli amici e te medesimo non rilevasti»”.
Isidorus Hispalensis, Etymologiarum siue Originum libri XX (CPL 1186) II, 18, 2: “Comma est iuncturae finitio, ut puta: “Etsi uereor, iudices”, ecce unum comma; sequitur et aliud comma: “ne turpe sit pro fortissimo uiro dicere”, et factum est colon, id est membrum, quod intellectum sensui praestat; sed adhuc pendet oratio, sic que deinde ex pluribus membris fit periodos, id est extrema sententiae clausula: “ita ueterem iudiciorum morem requirunt”.
Thomas Linacre, De emendata structura latini sermonis (1537), 351: “Itaque, subaudiendum aliud verbum in altero membro videtur, fortasse, iudico, aut mutandum illud gerendum in gerant.”
M. Fabius Quintilianus, Institutio oratoria, IX.4.CXXII: “comma est, ut mea fert opinio, sensus non expleto numero conclusus, plerumque pars membri.”
Rhetorica ad Herennium IV.xix.26: “Membrum orationis appellatur res breviter absoluta sine totius sententiae demonstratione, quae denuo alio membro orationis excipitur, hoc pacto: ‘Et inimico proderas’ Id est unum quod appellamus membrum; deinde hoc excipiatur oportet altero: ‘Et amicum laedebas.’”
Sedulius Scotus, In Donati artem maiorem, 1.54.16: "Verum superior periodus constat ex duobus membris et ex tribus et ex quattuor interdum et sex quamuis ex uno membro putent nonnulli posse compleri quam monocolon periodon appellant cum sit colon potius."
Gaetano Tizzone da Pofi, Grammatica volgare (1539), 6r-6v: “La ditione è una accolta di lettere o di sillabe la quale accolta significa alcuna cosa, sì come Paradiso. La oratione o il membro che vogliamo dire‚ è una bene ordinata congiuntione di parole, che tutte insieme habbiano a significare qualche cosa. Et è chiamato membro, che come il corpo è distinto in tanti membri, così il circuito è composto ancora di tanti membri, de li quali alcuno è perfetto, alcuno è imperfetto. Il perfetto è quando si dice: Io amando Dio, ho giovato a l’anima mia‚ è perfetto, per ciò che ha il senso perfetto. L’imperfetto è quando si dice, lo volendo servire Dio, però è imperfetto, per ciò ch’è il senso imperfetto. Il circuito si compone di membri perfetti o d’imperfetti, al quale si convengono nove cose, ciò è il nome, il verbo, il participio, lo pronome, la prepositione, l’adverbio, la intergettione, la congiuntione, e l’articolo.”